Io la Costa Concordia la ricordo così…

E’ il giorno dell’ultimo ma proprio ultimo ‘viaggio’ di Costa Concordia: è un pò triste per me parlarne. Io la ricordo benissimo nel suo splendore, sebbene nel tempo, alle immagini del mio viaggio si affianchino le foto meno edificanti del giorno della tragedia sino a quello del trasferimento a Genova.

Oggi ben 4 grandi rimorchiatori, le pilotine e 3 squadre di sommozzatori, sono pronti ad accompagnare la nave in quello che in molti considerano una sorta di funerale: mi vengono i brividi solo nello scrivere questa parola…sono ancora vivi i ricordi di quella notte maledetta, in cui tante persone persero la vita, e in cui il grande gigante bianco, orgoglio della flotta, si inclinò, ferito, su un fianco.

Quello di Concordia sarà il viaggio più lento, meno di 2 miglia, 1,8 all’interno del porto, come a sottolineare una sorta di marcia lugubre verso un destino ormai segnato da tempo.

Sarà un manovra tra le più delicate, dove nulla sarà lasciato al caso, messa a punto dopo mesi e mesi di studio: a questa marcia parteciperanno 40 addetti ai lavori – è vietata la navigazione in questo specchio d’acqua – che formeranno un convoglio lungo circa 200 metri.

E’ come una sorta di ultima agonia, perchè questo ultimo viaggio durerà ore, tra spazi limitati e manovre lentissime, con avanzamento di un metro al minuto, per arrivare fino alla vasca numero 4: qui Concordia verrà definitivamente smantellata.

E, mentre su tutti i social cominciano a fiorire i post, i tweet in ricordo, io ho cominciato a scrivere…

©ilsecoloXIX

Per una strana coincidenza, ho ritrovato le mie foto della crociera su Costa Concordia del maggio 2008: sono foto che nulla hanno a che fare con la tragedia in sè, ma che sono il ricordo della mia prima crociera, il momento esatto in cui scocca il mio amore per questo modo di scoprire il mondo, e che mi hanno lasciato una grande nostalgia addosso e la consapevolezza che non vedrà più la sua sagoma in porto, che tante volte mi aveva fatto dire ‘tanto ti ripiglio mia cara, ci vediamo presto a bordo!‘.

Io la Costa Concordia la ricordo così…

Era sempre stato il mio sogno fare una crociera e quando trovammo l’occasione, per puro caso, ho talmente insistito che il mio compagno non ha potuto dirmi di no!

Il ricordo stranamente più nitido è il momento in cui la vidi, dal ponte più alto del traghetto Tirrenia che ci portava a Civitavecchia – che trasportava una comitiva che era diretta a Lourdes e che occupava tutto il traghetto tranne tre coppie tra le quali noi: è l’istante in cui io ho saltato di gioia come una pazza, attirando lo sguardo dei presenti che mi prendevano per matta!

Continuavo a dire “ma è imponente, se si vede da qui. Non vedo il porto ma vedo la nave“!

Io la Costa Concordia la ricordo così…

E in effetti è stata enorme l’impressione che ci fece quando, per la prima volta, ci trovammo al suo cospetto: quanto può essere alta una nave? Lei per noi era gigantesca!

Stare nei ponti superiori e guardare il mondo dall’alto è stata la cosa più affascinante e l’emozione più grande che potessi provare!

Come dimenticare il personale gentile e disponibile, ma anche i suoi colori così accesi, i lampadari dell’atrio che cambiavano colore continuamente, o gli ascensori panoramici, quelli che la prima volta che ci salii fui presa dal panico (soffro di vertigini sigh!), e tutti i momenti bellissimi vissuti a bordo…

Lasciarla è stato ancora più difficile, ma chi ha fatto una crociera sa di cosa sto parlando…per me era la prima e certo non pensavo che la nave, che ci aveva fatto sognare, sarebbe diventata l'”ultima casa” per 32 persone, salite anche loro nella nave che credevano dei sogni.

Ricordo che due giorni prima era a Cagliari: ero andata in aeroporto per accompagnare degli amici che rientravano dalle ferie natalizie e dalla strada in lontananza, scorsi un comignolo giallo…era un puntino minuscolo e davvero serviva un mago per capire ma io “sapevo” che era lei, me lo sentivo!

Veloce inversione e dritti al porto, che non è proprio dietro l’angolo ma tant’è: e lì ebbi la conferma, era lei.

Due giorni dopo, leggo che un’amica di Facebook era felicissima di essere a bordo: pubblicava le foto dell’imbarco a Civitavecchia, della cabina, di ogni angolo che poteva pubblicare.

Poi il nulla e pensai…’Magari non prende più il cellulare’. Sino a quel post: ‘Siamo in allarme, la nave è inclinata, stiamo per salire su una scialuppa di salvataggio‘. Poi di nuovo il nulla e l’angoscia, nessuna agenzia parlava di incidenti, non capivamo.

Poi di nuovo una foto e non potevo crederci: la foto della nave inclinata pericolosamente, ancora tutta illuminata e le scialuppe di salvataggio che si dirigevano a terra.

Non ci credevo, o forse non ci volevo credere. Ricordo solo che ho seguito tutta la notte la diretta, tra tg e post di chi stava a bordo.

La triste realtà, la nave piegata su un fianco. Tutto il resto è storia ormai.

Cosa posso raccontare in più di quello che in questi anni si è raccontato? Niente di più, sarebbe solo una triste ripetizione.

Nemmeno giudicare, non sono un giudice e non voglio farlo, esistono figure apposite e tanti processi ancora aperti.

Posso solo ricordarla, sempre con grande rispetto per chi non c’è più: questo non cancella la tragedia, nè i morti, nè i feriti, ma mi permette di viverne i ricordi che a lei mi legano.

Image credit ©crazycruises.it

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13/01/2015  ore 16.00
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