Cambiano le abitudini dei crocieristi, si scende sempre meno nei porti di scalo

Sono molto interessanti i dati raccolti da un sondaggio condotto da Allianz Global Assistance: sebbene siano riferiti solo a crocieristi americani, mostrano una tendenza interessante, ossia che un sorprendente 34,3 % dei viaggiatori preferisce rimanere a bordo della nave quando questa si trova in porto.

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Ad incidere maggiormente per un buon 36,2% è soprattutto la paura legata alla sicurezza della destinazione, mentre è comunque quasi un buon 18% che mostra disinteresse per destinazione stessa. Un piccolo 6,8% degli intervistati ammette di esserne disinteressato perché già visitata.

E’ un discorso che si riallaccia con le discussioni di questi giorni e delle scorse settimane in vari gruppi crocieristici: moltissime persone lamentano la ripetizione degli itinerari e il poco appeal di porti legati soprattutto all’area del Mediterraneo. Anche i nuovi giganti del mare, che si apprestano a breve a prendere il mare, mostrano itinerari definiti triti e ritriti, tanto da far pensare a più di uno, che la nuova filosofia sia ‘la nave nella nave‘, ossia vivere la stessa al 100%, come se per una o più settimane il mondo esterno non esistesse, porti compresi.

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Una sorta di mondo parallelo che già fa parte della filosofia di un crocierista DOC ma elevato all’ennesima potenza: l’impressione generale è che i fatti legati al terrorismo abbiamo notevolmente ridotto l’area di interesse da esplorare e anche se molti porti sono o saranno riammessi in itinerario, sono generalmente percepiti come pericolosi e la voglia di poterli esplorare scema notevolmente: ‘il rischio non vale la candela’ recita un detto popolare e in tanti lo sottoscriverebbero in carta bollata.

Ad acuire la voglia di stare a bordo soprattutto i nuovi giganti del mare, vere e proprie città galleggianti, dove trovare di tutto e di più e dove passare il tempo non è certo un problema, quasi fossero appositamente progettate (e chi può negarlo d’altronde) per non far percepire la differenza dal giorno alla notte, con un programma di intrattenimento completo che fa passare decisamente la voglia di scendere a terra a riprendere ‘contatto con la realtà‘ per quanto interessante possa sembrare.

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E’ d’altronde un rischio che chi sceglie questo genere di vacanza corre, non trovo sia una novità eclatante.

Quando si fa ad esempio un giro del Mediterraneo per più volte, sebbene siamo ben consapevoli che una grande città (pensate a Barcellona) non sia possibile visitarla nella breve sosta di un paio d’ore concessa dall’itinerario di una crociera, la sola idea di rivedere il nome nero su bianco fa spesso venire l’orticaria.

Qualcuno si spinge anche a considerare che a bordo si abbia a disposizione cibo a volontà e gratis, a volte anche declinato nelle specialità del porto che si sta visitando; o a considerare nullo l’interesse verso attrazioni culturali, sebbene interessanti e ricche nella maggior parte dei casi.

Altri invece lamentano i costi elevati delle escursioni stesse: qui anzi si divide la platea, tra coloro che nonostante i prezzi le scelgono perché si sentono più sicuri e coloro che invece preferiscono stare a bordo piuttosto che spendere (lamentela spesso riferita ad una famiglia di 4 persone che vede lievitare parecchio il conto).

E’ anche vero soprattutto che è il crocierista stesso ad essere cambiato nel corso degli anni: un viaggio in crociera era nel passato molto diverso in stile, itinerari (molto più esotici o come tali considerati dai più) e soprattutto molto più caro. Ora il freestyle pare imperare ovunque, non solo nelle navi Norwegian dove è nato: non esiste praticamente più dress-code, non esistono più limiti di prezzo, si trovano crociere a prezzi davvero molto bassi se si ha la fortuna o la pazienza di poter partire all’ultimo momento con un last minute. Non esiste più un codice di comportamento, tanto che le lamentele più classiche sono in riferimento ad episodi di maleducazione che nessuno si sarebbe sognato di fare, senza andare troppo in là nel tempo, 10 anni fa!

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Il sondaggio prosegue con altri dati interessanti che vi riporto in breve:

  • tendenze: il 25,5% degli intervistati ha ammesso che sceglierebbe una crociera a tema mentre per il 48% non fa differenza e il resto della platea non è interessato;
  • tipologia di crociera: il 73,9% preferisce una crociera fluviale perché permette di avere una vista panoramica della riva (22,4%), escursioni a terra incluse nel prezzo (13,5%), mancanza di onde (12,3%), semplicità di operazioni sbarco/imbarco tutti i giorni (12,2%), navi più piccole (7,6%) e più opportunità di socializzazione (6%).

Tutti dati che in qualche modo si riallacciano anche ai nostri gusti in fatto di vacanza in crociera? Non credo, almeno non nella totalità e forse in alcuni casi, non nelle stesse percentuali: per esempio, in Italia le crociere fluviali non raggiungerebbero una percentuale così alta, essendo un prodotto semi-sconosciuto alla grande platea e di base abbastanza costoso, sebbene all-inclusive.

Vi ritrovate nelle risposte di questo sondaggio e nei ragionamenti fatti? Fateci sapere qui sotto nei commenti o sui nostri social, vi aspettiamo 🙂

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28/03/2017 ore 13.00 – “Post protetto da Licenza Creative Commons International CC BY-ND 4.0″

Daniela Pisano
Daniela Pisano

Blogger e cruise addict, viaggiare è sempre stato il mio chiodo fisso, insieme alla passione innata per l’archeologia e l’Egitto, per il mare e per i paesi orientali. Amo fotografare i particolari più strani, le cosiddette prospettive insolite. Sono sarda e son dello Scorpione, amo la mia terra perché mi ha insegnato a capire il mare in tutte le sue sfumature!

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