Allarme Interpol: jihadisti su navi da crociera

L’allarme è dell’Interpol: jihadisti in viaggio su navi da crociera, imbarcati per raggiungere più facilmente i porti della Turchia dopo l’inasprimento delle misure di sicurezza negli aeroporti.

L’allarme è grave e pare fondato su prove certe che danno aspiranti jihadisti di base in Europa intenti a fare incetta di biglietti di navi da crociera dirette in Turchia, soprattutto verso il porto di Izmit, da dove è più semplice poter poi raggiungere la Siria e l’Iraq ed aggregarsi ai militanti di Isis.

Ronald Noble,  numero uno dell’Interopol, intervistato dalla Associated Press, non rileva esattamente il numero di persone coinvolte ma rivolge un pressante invito ai Paesi coinvolti e alle Compagnie di crociera, perchè intensifichino i controlli: tutto ciò deriverebbe dal fatto che ormai le misure sempre più intransigenti verso i cosiddetti `foreign fighter´ negli aeroporti sarebbero talmente severe che è difficile superare i controlli senza essere fermati; ma anche dalle misure durissime varata dalla Turchia che comprende anche un controllo massiccio anche nelle stazioni degli autobus.

Siccome sanno che gli aeroporti sono oramai rigidamente controllati, scelgono sempre più altri mezzi, come le navi da crociera” spiega Noble “ci sono prove concrete che persone sospette, soprattutto in Europa, stanno viaggiando su questo tipo di navi, avendo principalmente come meta la città di Izmit e altri porti della Turchia”.

Queste azioni sarebbero relativamente recenti, ma sarebbero cresciute negli ultimi tre mesi: “Normalmente le nostre preoccupazioni per quel che riguarda le navi da crociera sono legate alla possibile presenza di persone pericolose come stupratori, ladri o violenti criminali.

Ma gli ultimi dati raccolti ci dicono che ci sono sempre più indicazioni di persone che stanno usando le navi turistiche come trampolino di lancio per la Siria e l’Iraq, per le zone del conflitto con l’Is”.

Ma come mai i jihadisti avrebbero scelto questo mezzo di trasporto inconsueto? Il fatto è che molti itinerari prevedono porti semi-sconosciuti dove i controlli sono meno rigidi e dai quali possono tranquillamente far perdere le proprie tracce senza destare particolari sospetti.

Pierre St. Hilaire, direttore della sezione antiterrorismo dell’Interpol: “i `foreign fighter´ rappresentano una minaccia globale, si parla di almeno 15 mila individui provenienti da 81 Paesi che viaggiano verso una specifica zona di guerra. Anche 300 dalla Cina” ha dichiarato.

Quello che è certo che le stesse misure che si stanno attuando negli aeroporti e che bene stanno funzionando, dovrebbero essere attuate anche per le Compagnie di crociere e nei porti di sbarco: ma alla base di tutto serve cooperazione tra vari stati, maggiori scambi di informazioni tra le varie intelligence nazionali.

L’auspicio dell’Interpol è che si possa espandere un programma pilota che consente alle compagnie aeree di “rimbalzare” informazioni sui passeggeri presenti nelle proprie banche dati alle Compagnie di crociera, alle banche e agli alberghi in modo da chiudere ogni possibile spiraglio a questa minaccia.

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07/11/2014  ore 01.30

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